Domenica di Pentecoste (A)

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30 - Mag - 2020
Spirito Santo M.I.Rupnik

Spirito Santo M.I.Rupnik

Domenica di Pentecoste

(At 2,1-11   Sal 103   1Cor 12,3-7.12-13   Gv 20,19-23)

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

Il vento non si può vedere, ma se ne possono vedere gli effetti: le foglie che agitano, i capelli smossi, gli steli d’erba chinati tutti insieme nella stessa direzione come ad un misterioso comando. Così è dello Spirito di Dio. Questo invade la terra e tutto vive e si rinnova: è la vita che rinasce l’unica traccia dell’azione dello Spirito.

Il Signore Risorto è l’opera perfetta dello Spirito di Dio. Quello Spirito inafferrabile, le cui tracce vanno inseguite cogliendo la vita e la bellezza, ha dimorato sul Signore Gesù fin dal suo concepimento ma, ora, con la resurrezione, lo colma al punto tale che egli può donarlo ad altri: ricevete lo Spirito Santo. Nel dire questo Gesù alita sui suoi, fa uscire da sé il respiro, ciò che lo tiene vivo (perché chi non respira è morto), per mostrare che lui vive dello Spirito del Padre, di quello stesso Spirito che fa vivere tutto (dice il salmo: togli loro il respiro e muoiono, mandi il tuo Spirito e sono creati) e che ora prende dimora nei discepoli perché diffondano la vita sconfiggendo il male e la morte: a coloro cui perdonerete i peccati saranno perdonati.

Lo Spirito che fa vivere e porta la vita, lo Spirito di Dio che ora dimora nel Risorto che è la traccia più evidente della sua azione, viene effuso in abbondanza sui discepoli e li costituisce un corpo solo (la seconda lettura tratta dalla prima lettera ai Corinzi) rivolto al mondo intero per testimoniare le grandi opere di Dio (la prima lettura tratta dagli Atti).
Non parlare la stessa lingua impedisce la comunicazione e la relazione, è anche indice di sospetto e spesso di divisione perché indica l’appartenenza a popoli diversi. Lo Spirito di Gesù che viene effuso però è capace, pur restando ciascuno della sua lingua e della sua cultura, di far capire tutti: ciascuno in ciò che ascolta coglie le grandi opere di Dio e sente tutto questo nella sua lingua, cioè nel linguaggio che gli è familiare e tramite il quale può capire. Nel racconto del secondo capitolo degli Atti contempliamo, così, la nascita della chiesa, creatura dello Spirito che spinge ad annunciare il Vangelo e ad accoglierlo, in modo che gli esseri umani si trovino riuniti in un’unica famiglia: quella di chi proclama Gesù come Signore.
E nessuno (ci dice il brano della prima lettera ai Corinzi) può fare questo, cioè riconoscere Gesù come Signore, se non sotto l’azione dello Spirito. Ma l’unico Spirito che agisce in ciascuno e ciascuna facendoci riconoscere Gesù come Signore, agisce in modo sempre diverso, per cui ogni credente viene plasmato dallo Spirito in modo unico, con doni, capacità, sensibilità, stili, storia, unici, fino al punto da poter dire che ciascuno (e ciascuna) è una manifestazione dello Spirito del tutto singolare. Come nessuna foglia è mossa dal vento nello stesso modo di un’altra, eppure noi vediamo l’intero albero agitarsi armonicamente come in una danza, così è per la chiesa: nessun credente è uguale ad un altro, tutti sono invasi dalla potenza dello Spirito in modo unico, eppure tutti vengono mossi insieme, rivolti gli uni agli altri, perché il dono che ricevono è per l’utilità comune, per la vita di tutti cioè.
Si comprende allora l’immagine del corpo usata da Paolo. Se è lo stesso Spirito che ci abita, che ci plasma come un dono unico da offrire a tutti gli altri, allora questo ci costituisce in una unità di vita, perché non possiamo essere noi stessi se non offerti agli altri e ricevendo il dono degli altri. E così pur essendo molti siamo un corpo solo e nessuna differenza di razza, di condizione sociale, di sesso, di istruzione o di altro tipo, ha più alcuna importanza, perché tutti siamo battezzati (quindi rimessi al mondo) in un solo Spirito e dissetati (tenuti in vita) da un solo Spirito, che ci invade solo per rivolgerci gli uni agli altri e così far vivere tutto. Tutto questo (se la chiesa si fa docile all’invasione dello Spirito altrimenti si perverte nel contrario di ciò che dovrebbe essere) diventa per il mondo un segno di speranza e di vita, traccia della presenza dello Spirito che fa vivere, evidenza della verità del Vangelo, corpo che rende visibile il Risorto.
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