V Domenica di Pasqua
(At 6,1-7 Sal 32 1Pt 2,4-9 Gv 14,1-12)
Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa
Diventare cristiani vuol dire mettersi in cammino. Nel Vangelo di oggi Gesù, preparando i suoi al momento in cui non potranno più vederlo e parlarci così come sono abituati a fare, indugia sul cammino che essi (e noi) devono compiere. Anzitutto promette la meta: vado a prepararvi un posto. Siamo rimasti soli, il Signore se ne è andato, ma non si è allontanato, anzi è là dove dobbiamo andare a preparare il posto per noi, quindi tornerà a prenderci, anche se ci dice che già conosciamo la strada da fare per raggiungerlo. Alla domanda di Tommaso (che forse possiamo fare nostra) su come facciamo a conoscere la via se non sappiamo nemmeno dove va, Gesù risponde svelandoci che il luogo nel quale ci prepara un posto è il Padre (il grembo del Padre da cui lui è venuto è il luogo di vita in cui tutto è chiamato ad entrare) e che la via è lui, perché vivendo in lui (rimanendo in lui) siamo già una cosa sola col Padre e possiamo fin d’ora compiere le sue opere, cioè dare la vita al mondo.