III Domenica di Quaresima (B)

Home » III Domenica di Quaresima (B)
05 - Mar - 2021

Quaresima

III Domenica di Quaresima (B)

(Es 20,1-17   Sal 18   1Cor 1,22-25   Gv 2,13-25)
Domenica 7 Marzo 2021

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

Dopo aver seguito Gesù nel deserto e sul monte, dove ha mostrato il proprio mistero e dove la voce del Padre lo ha indicato come l’amato da ascoltare, arriviamo, in questo brano del quarto Vangelo, nel tempio di Gerusalemme. Il momento straordinario della luce, delle apparizioni e della voce, si era chiuso con Gesù solo, portando tutta l’attenzione su di lui. Qualcosa di simile accade in questo brano. Gesù compie un gesto simbolico scacciando venditori e cambiavalute e, come i profeti, mostra con i gesti ciò che Dio vuole: il culto, la preghiera, il tempio sono luoghi per incontrare Dio e consegnarsi a lui, non sono solamente una delle tante attività che possiamo fare e che, alla fine, si fanno come tutto il resto. Potremmo tradurre per noi così: non sono la vita ecclesiale, la celebrazione, la predicazione, che devono diventare un commercio, dominate dalla logica di ciò che ci conviene e nutre i nostri bisogni o il nostro egoismo, al contrario tutto ciò che facciamo deve essere trasformato in un sacrificio vivente per il bene dei fratelli e delle sorelle, prendendo la forma dell’eucaristia (cioè del dono), e tutto ciò che siamo deve mostrare la verità del Vangelo, perché non predica se non chi mette in pratica. Non è il tempio che deve diventare un mercato quindi, ma ogni mercato o casa o altro luogo deve diventare un tempio per onorare Dio servendo i fratelli e testimoniando il Vangelo nell’amore.

Gesù fa un passo in più e ci spiega come questo può accadere indicando il proprio corpo come un tempio: è nel corpo, infatti, cioè nella concretezza della vita offerta che Dio viene onorato e reso presente, proprio come si voleva accadesse nei templi. Non ci sono edifici sacri, pratiche religiose, regole o altro che ci possano garantire di servire Dio: abbiamo Gesù solo e il suo corpo offerto e resuscitato. E questa, per usare le parole della prima lettera ai Corinzi, è l’unica via anche per noi, l’unica sapienza e l’unica potenza.
In essa, che alla logica dominante appare stolta e debole, non domina la ricerca di sé, la propria realizzazione, la propria bontà e nemmeno la propria crescita o l’arricchimento della propria umanità: tutto questo (pure buono) passa in secondo piano (diventa stoltezza e debolezza) di fronte alla logica di Dio che si rivela tutta nel Crocifisso e che consiste nell’amore degli altri fino alla consegna di sé, nella speranza che Dio (lui solo, perché a noi è tolto ogni controllo) conduca tutti (anche noi) alla vita e alla comunione. Questa è anche la logica dei comandamenti (prima lettura) che ci pongono nella retta relazione con Dio (cioè ci portano a guardarlo come l’unico Dio per noi) e poi ci chiedono la cura del prossimo dimenticandoci di noi (perché chi ama Dio ama il suo stile e Dio è amore), nella convinzione che solo nell’amore degli altri potremo trovare anche il senso di noi stessi e la nostra amabilità.
Questo amore che ci fa perdere è la via della vita: può comprenderlo solo chi guarda il mondo come Gesù lo ha guardato (e lo fanno anche molti che non hanno conosciuto Gesù), il quale si è consegnato alla morte con la speranza che proprio l’amore vissuto fino in fondo nelle mani del Padre si sarebbe trasformato in vita, per tutti e anche per sé, a partire dal suo corpo inerte per amore e per amore risuscitato alla vita.
Categories: 2021