IV Domenica di Quaresima (B)

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12 - Mar - 2021

Quaresima

IV Domenica di Quaresima (B)

(2Cr 36,14-16.19-23   Sal 136   Ef 2,4-10   Gv 3,14-21)
Domenica 14 Marzo 2021

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

Il tempo quaresimale in questa domenica lascia intravvedere la luce della Pasqua, come una nebbia che perde spessore e lascia che i raggi del sole restituiscano i contorni alle cose. La meditazione quaresimale che ci ha condotto nel deserto, sul monte e poi al tempio, per vedere se portavamo nel cuore il desiderio di volgerci a Dio, nutrendoci di lui, ascoltandolo e rifiutando ogni logica di mercato, ora ci mette davanti alla salvezza che celebreremo nella Pasqua, ma mentre lo fa ci consegna anche un monito: se si amano le proprie opere malvagie (cioè tutto ciò che non viene dall’amore sano di sé e del prossimo) rifiuteremo la salvezza che ci viene donata. Viene la luce (così Gesù parlando con Nicodemo) ma le tenebre non l’hanno accolta. La quaresima sosta per dirci che il tempo si è fatto breve: siamo riusciti a smettere di essere affezionati a ciò che non viene da Dio? Perché se continueremo ad amare le “opere malvagie” respingeremo il dono.

Mentre tentenniamo sulla soglia della luce, timorosi di lasciare le nostre tenebre, che ci sono in fondo così care, mentre la nebbia si dirada e noi siamo tentati di ritornare nel grigio dove nessuno (nemmeno noi) può vedere bene che cosa facciamo e perché, Dio ci parla della vita che vuole costruire con noi. Magari siamo finiti in esilio (come il popolo di Israele nella prima lettura), imprigionati dalla nostra storia e dalle nostre storture, ma Dio trova sempre il modo (persino tramite uno dei tanti tiranni che si avvicendano ai vertici del potere) per farci tornare in patria (cioè nell’intimità con lui) e per ricostruire il suo tempio (cioè il nostro cuore in cui lui abita). La lettera agli Efesini ci parla di questo ritorno in altri termini: Dio da morti che eravamo ci ha fatto rivivere con Cristo, ci ha riportati in vita dalla morte per dono, per amore, e messi in cammino in una strada che Dio stesso dissemina di opere buone perché noi le possiamo compiere e così seguire la luce, abbandonando nelle tenebre le opere malvagie.
A questo punto non ci resta che scegliere di coltivare il desiderio di vivere e di essere nella luce, perché il dono già è stato fatto e non abbiamo che da prenderlo: Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo, perché chiunque crede abbia la vita e venga salvato dall’attrazione che la morte esercita su di noi.
La luce entra nella nebbia, abbiamo ancora tempo per lasciarci affascinare dalla bellezza di Cristo e del suo amore, per decidere che non ci interessa più quello che ci porta nelle tenebre e che possiamo farne a meno. Abbiamo un tempo favorevole e poi davanti a noi, vicina e bellissima, già albeggia la Pasqua.
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