30 - Dic - 2020
Maria Santissima madre di Dio
(Nm 6, 22-27 Sal 66 Gal 4,4-7 Lc 2,16-21)
Venerdì 1 Gennaio 2021
Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa
I pastori andarono, videro il bambino, riferirono quanto gli angeli avevano detto su di lui. Tutti si stupiscono e Maria custodisce tutto nel cuore, meditandolo, come se ci fosse un segreto ulteriore da scoprire, qualcosa da riprendere più e più volte, con calma e in silenzio. I pastori se ne tornano, glorificando e lodando Dio per quello che hanno udito e visto, come era stato detto loro.
Scorrendo queste poche parole del Vangelo di Luca dobbiamo chiederci come stiamo di fronte a questo bambino. Siamo quelli che si stupiscono di quello che viene detto? O siamo Maria, consapevoli che non riusciamo a capire tutto, ma che questo mistero è decisivo per la nostra vita e merita di essere custodito? Oppure siamo i pastori che hanno visto proprio quello che era stato detto loro e ora tornano alla vita lodando Dio?
Potremmo cominciare con lo stupirci. Stupiamoci dell’amore di Dio, del suo immergersi nell’umano per fare di noi i suoi figli. Lo Spirito che ha abitato Gesù (leggiamo questo nei pochi versetti della lettera ai Galati) ci invade e così ci fa essere come lui: figli del Padre. Siamo, come lui, figli di Dio.
Lo stupore di fronte a questo dono ci condurrà al silenzio grato e meditabondo di Maria. Che Maria fosse silenziosa è uno stereotipo odioso che pervade la nostra tradizione, ma qui possiamo pensarla in quel silenzio di chi ha bisogno di assimilare qualcosa troppo grande, al punto da doverlo accantonare in fondo al cuore per poi ritirarlo fuori al momento opportuno. Magari questo anno che comincia potrebbe condurci per le vie della meditazione quotidiana della Parola di Dio e del suo mistero, in modo da meditare e custodire il dono ricevuto: così lo stupore non rimarrà la fugace emozione di un giorno, ma si tradurrà in gesti e pensieri nutriti da ciò che abbiamo saputo guardare e ascoltare.
E arriviamo ai pastori. Anche noi, come loro, abbiamo visto e udito. Che cosa ci era stato promesso? Un nuovo inizio, un dono che ci viene incontro e che – guardando bene – è già in mezzo a noi, offerto a ciascuno perché viva. Ora abbiamo occhi per vedere (o dovremmo averli), perché abbiamo celebrato la nascita di Cristo e abbiamo visto l’inizio della sua storia. Ora sappiamo che Dio ci ha rivolto il suo volto e ci ha benedetti (prima lettura) perché ha condiviso tutta la nostra vita e in questo modo ci ha indicato la via della salvezza. Custodia, amore benevolo e pace: ora sappiamo che Dio si volge a noi in questo modo. Lo abbiamo capito guardando questo bambino nel quale tutto l’amore di Dio e ogni possibilità di vita si fanno palpabili.
Dio ci volge il suo volto, un volto umano, un volto bambino, un volto mite e ordinario, un volto che possiamo guardare senza paura e che può diventare il nostro stesso volto se avremo l’amore necessario per seguire questo bambino. Dio ci volge il suo volto e ci benedice: lo fa sempre, anche in mezzo alle vicissitudini sfavorevoli della vita, in mezzo alle difficoltà e persino di fronte alla morte. Abbiamo visto nascere il bambino che ci mostra il volto di Dio: come i pastori ce ne torniamo alle nostre vite, al nostro anno (comunque sarà) benedicendo e lodando Dio.