Battesimo del Signore
Anno C
(Is 40,1-5.9-11 Sal 103 Tt 2,11-14;3,4-7 Lc 3,15-16.21-22)
Domenica 9 Gennaio 2022
Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa
La solennità del Battesimo del Signore fa da cerniera fra il tempo ordinario che comincia subito dopo e il tempo di Natale che si chiude oggi. Abbiamo atteso una nascita da cui ciascuno potesse rinascere e ora si apre davanti a noi il tempo in cui questa rinascita si deve dispiegare.
Siamo ancora dentro il tempo di Natale. Un bambino in una mangiatoia davanti ai pastori, un bambino e sua madre davanti ai sapienti venuti dall’Oriente e ora un uomo in fila con i peccatori di Israele: così è apparsa la bontà di Dio e il suo amore per tutti gli esseri umani (seconda lettura tratta dalla lettera a Tito). Il Figlio di Dio nato da Maria, dal primo momento della sua vita fino all’ultimo, mostra la vicinanza di Dio e il suo perdono. Il premio che il Signore porta, la ricompensa, la meta che ci aspetta alla fine di una strada che ci viene spianata davanti (prima lettura tratta dal profeta Isaia già ascoltata durante l’avvento) è proprio la cancellazione di ogni debito e la guarigione di ogni ferita. Dio non è venuto nel mondo per un giudizio da cui non è in grado di salvarsi nessuno, ma è venuto per salvarlo dalla miseria che conosciamo fin troppo bene dilagare dentro di noi e intorno a noi.
E così il Signore Gesù inizia la sua missione immergendosi nelle acque sporche del male degli esseri umani. Non fugge le nostre fatiche e le nostre impurità, si immerge con noi, si fa toccare, si fa bagnare e rivestire di ciò che ci appesantisce e con noi aspetta che il fiume porti via tutto lasciandoci puliti e rinvigoriti. Viene, adesso, il momento di prendere sul serio il perdono di Dio, il suo amore che tutto rinnova e ringiovanisce. Viene, oggi, il momento di immergersi pieni di misericordia nel male fatto da noi e dagli altri, dentro le stesse acque, senza separazioni né classifiche di bontà o purezza. Stare lì in mezzo, autentici e fragili, finché la voce del Padre, che risuona nelle Scritture, nei fratelli e nelle sorelle, nella storia che diventa parola dello Spirito, ci dirà chi siamo.
Gesù, fermo in mezzo alle acque condivise con i peccatori, sa di essere il figlio amato in cui Dio pone il suo compiacimento. Non dimenticherà più che Dio si è compiaciuto di lui mentre si faceva piccolo, mentre si poneva in ascolto, mentre si faceva compagno di chi si umilia e soffre. Tutta la vita non farà altro che questo, non cercherà altro che la compagnia dei miseri per ascoltare sempre la voce del Misericordioso che lo dichiara figlio e amato. Oggi è solo il primo di una lunga serie di giorni. L’ultimo giorno, sulla croce, la voce del Padre tacerà, ma i miseri che lo circondano gli ricorderanno chi è e cosa il Padre vuole.
Nelle stesse acque, con lui di fianco, animati dal dono dello Spirito che ha animato lui, possiamo riprendere il cammino, di fianco agli esseri umani affaticati e impoveriti in mille modi, certi di ricevere un perdono che non meritiamo, lasciando che sia ciò che il Padre dice a decidere chi siamo. Abbiamo davanti tutto l’anno per vivere questo mistero: comincia oggi il tempo ordinario, senza feste ed eccezioni, fatto solo di vita, perché l’amore di Dio si manifesti e agisca ovunque, nel mezzo delle acque in cui tutti annaspiamo.