III Domenica di Avvento
Anno C
(Sof 3,14-18 Is 12 Fil 4,4-7 Lc 3,10-18)
Domenica 12 Dicembre 2021
Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa
Un’attesa trepidante, che mette nel cuore desiderio e timore (I domenica di Avvento), una strada di ritorno (di conversione) piena di consolazione, spianata e raddrizzata (II domenica), e un fiume di promesse che riempiono di vita anche i luoghi che sembravano sterili e vuoti (festa dell’Immacolata). Ora veniamo condotti dalla liturgia della terza domenica di Avvento nel pieno della gioia, perché quanto aspettiamo finalmente si compie. Il profeta Sofonia (prima lettura) non promette una salvezza futura, ma dichiara che il Signore è nel mezzo del suo popolo: per questo occorre riprendere coraggio come quando di fronte ad un lavoro troppo pesante qualcuno più forte ci si fa di fianco. Non siamo più soli e così sentiamo ritornare le forze e le braccia non cadono: il Signore è in mezzo a noi per salvarci e rinnovarci con il suo amore. Questo è possibile sempre, è possibile oggi.
L’Avvento ci viene donato per rivivere questo mistero di amore sempre rinnovato, che Dio ci offre continuamente. Non è stata un’offerta fatta solo una volta, ma ci sta davanti anche ora, anzi è in mezzo a noi. Questa certezza porta a rallegrarsi sempre (i pochi versetti della lettera ai Filippesi), anche quando la vita non offre motivi di gioia, perché tutto viene vissuto diversamente se abbiamo di fianco Chi amiamo e, se Dio non toglie le difficoltà e i dolori, però custodisce ciascuno con amore infallibile. Niente può impedirci di attingere a questa vita inesauribile e a questa gioia, oggi.
Come fare concretamente? È la stessa domanda che animava quelli che andavano dal Battista (di cui ci viene raccontato in questo brano del Vangelo di Luca): che dobbiamo fare ora che sappiamo che il Signore è vicino, presente? Come godere di questa vicinanza? Giovanni rispondeva ad ognuno con una parola adeguata alla propria situazione, per ognuno una parola alla loro portata, senza eroismi o richieste impossibili, ma per ognuno una parola concreta che li portasse ad alleggerire la vita delle persone che avevano vicino: gesti semplici capaci di togliere intralci dal cammino degli altri. Non c’è niente di difficile o di poco comprensibile nella vita cristiana, c’è l’amore di Dio sempre presente e sempre offerto e c’è un unico modo per godere e ricambiare questo amore: dare vita ad altri, ciascuno in base alle possibilità che ha. Non c’è bisogno di aspettare chissà che, si può cominciare subito, ascoltando da Dio quale opera fra quelle che abbiamo a disposizione può fare il bene di altri e facendola. E così, nella semplicità della vita buona, fatta di piccoli gesti di bene, ci potremo accorgere che le nostre braccia non indeboliscono, che le angustie non riescono a soffocare la gioia e che ci abita un fuoco buono capace di bruciare la paglia e lasciare intatto il grano che ci è messo tra le mani per sfamare quanti più possiamo, oggi.