Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Anno C
(Gen 3,9-15.20 Sal 97 Ef 1,3-6.11-12 Lc 1,26-38)
Mercoledì 8 Dicembre 2021
Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa
Quando il Concilio Vaticano II si è occupato di Maria ha scelto di farlo nel documento che si occupa della chiesa. Poteva farlo in un documento a parte, molti l’avrebbero desiderato, invece ha voluto parlare di lei a partire da quello che è il suo luogo naturale: la chiesa, la compagnia delle credenti e dei credenti che come lei hanno riconosciuto in Gesù il Signore. E così Lumen gentium (il documento del Concilio sulla chiesa) ci parla prima della chiesa che vive nella storia, poi dei santi cioè la parte di chiesa che ha concluso il proprio cammino e alla fine, in mezzo a questi santi, ci parla di Maria.
Questo ci aiuta a non fare della festa di oggi (Immacolata concezione) qualcosa che riguardi solo lei e che ce la renda lontana come nessun’altra, come se fosse una Signora di altri tempi in grado di elargire grazie alle serve e ai servi, ma estranea alla loro vita. La liturgia della parola di oggi, come è giusto che sia in pieno Avvento, ci parla di promesse che Dio compirà: il nostro dominio sul male e su quella parte bestiale che ci abita e ci fa distruggere ciò che abbiamo intorno (la testa schiacciata del serpente del celeberrimo brano di Genesi), il progetto di Dio su di noi (predestinati!) perché viviamo nella pienezza della gloria, santi e immacolati (l’inno della lettera agli Efesini), e poi – nel Vangelo – le nascite straordinarie (vecchie sterili e vergini partoriscono come se la vita fosse un fiume in piena incontenibile) e il Salvatore che instaura il regno di Dio, la gioia della compagnia di Dio.
Tutte queste promesse sono per noi. Come per Maria cadono nel nostro quotidiano ovvio e affaticato, chiedendoci di alzare lo sguardo e di dare a Dio la possibilità di stupirci e guarirci, facendo diventare i nostri grembi sterili (di per sé il grembo di una vergine è sterile finché permeane la verginità) un luogo dove la vita possa essere custodita e fatta crescere. Non importa cosa c’è intorno (freddo, paura, persino la guerra), i bimbi nel grembo materno possono vivere e crescere. Così può essere la vita di ciascuno e ciascuna di noi, ospitando quanti ci sono affidati.
Essere pieni di grazia (Vangelo) o santi e immacolati (seconda lettura) non significa essere senza errori, ma – esattamente come Maria – mettere tutto ciò che siamo nel rispondere all’amore che Dio ci rivolge. Dio non cerca una risposta perfetta né un amore perfetto (non si sarebbe rivolto a noi!), ma cerca cuori che gli rispondano con tutto quello che hanno, con tutto l’amore possibile, con tutte le forze a disposizione, con tutto ciò che riusciamo a capire: non un amore perfetto, ma l’amore possibile, tutto l’amore possibile. Molto probabilmente ci sembrerà poco (non ci sembrerà una qualche santità), ma Dio ha altri criteri di giudizio e – ringraziando Dio! – a lui tocca giudicare.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]