XXII Domenica del Tempo Ordinario

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31 - Ago - 2019
Spirito Santo M.I.Rupnik

Spirito Santo M.I.Rupnik

…Lo Spirito Santo porta l’esperienza delle fede dalla mente al cuoredall’orecchio alle mani

XXII Domenica del Tempo Ordinario

Commento della nostra parrocchiana Simona Segoloni Ruta – Teologa

Di solito quando siamo invitati a pranzo e arriviamo al luogo dell’invito ci dedichiamo a salutare e a parlare, magari ci guardiamo intorno e aspettiamo che ci dicano dove sederci e come si procede. Anche Gesù fa tutto questo, ma nel guardarsi intorno nota il comportamento degli altri invitati e questo gli ispira due parabole. Entrambe queste parabole riguardano la ricerca di posizioni di prestigio: la prima prende in considerazione la situazione di quando si è invitati, la seconda di quando si invita qualcuno, ma in entrambi i casi la scelta è fra ciò che ci esalta (i primi posti nella prima parabola, invitati importanti di cui vantarsi e da cui ricevere il contraccambio nella seconda) e ciò che invece è umile, anzi ciò che umilia.

Gesù mette così a confronto due logiche diverse: quella umana largamente diffusa (cercare i primi posti e vantarsi di contatti importanti) e quella del Regno (nel quale entrano quelli che si umiliano e che scelgono per compagnia persone che non hanno alcuna ricchezza e potere). Nel Vangelo di Luca molte volte compaiono questi rovesciamenti, come bene fa vedere il Magnificat: i ricchi impoveriscono, gli affamati sono pieni di beni, i potenti sono abbassati, gli umili innalzati. Quale è la logica di questo rovesciamento però? Perché il Regno è accessibile a chi sceglie gli ultimi posti e si fa compagno degli ultimi?
Il punto è che la posizione che noi scegliamo di occupare ci dà una prospettiva sul tutto quello che guardiamo e quindi determina ciò che comprendiamo e le scelte che facciamo. I posti a teatro non costano tutti allo stesso modo, perché non in ogni posto si vede allo stesso modo. Il mio figlio più piccolo si sente molto basso di fronte ai suoi fratelli, ma nella sua classe si sente alto e così sa che sta crescendo bene anche quando è vicino al suo altissimo fratello maggiore. La posizione in cui ci mettiamo decide la prospettiva sulla realtà e su di noi.
Che cosa vede chi occupa i primi posti e cerca la compagnia dei “primi”? Guarda tutti dall’alto, si sente migliore e in questo modo finisce per provare  disprezzo per quelli che incontra, fino ad arrivare all’odio. Rimane solo, perché sulla vetta può stare solo uno. E se ci fosse qualcuno più sopra o di fianco sarebbe un nemico: se ciò che ci spinge è cercare di essere il primo, lui va ricacciato indietro e questo perché ci si crede più meritevoli, migliori. Subentra cioè la superbia e l’orgoglio, che conducono alla ricerca di una grandiosità che può persino fare paura (come prova a descrivere la prima parte del brano della lettera agli Ebrei). Gli altri, come nella seconda parabola, al massimo servono per sentirsi prestigiosi, per onorare il proprio primeggiare e niente di più. Cercando i primi posti non rimane nessuno spazio per il prossimo né per Dio e così non c’è nessuna festa.
Che cosa vede invece chi occupa gli ultimi posti e cerca la compagnia degli “ultimi”?
Questi hanno la prospettiva opposta, guardano tutti dal basso e così gli altri appaiono ai loro occhi degni di stima, desiderabili, amabili. Nel cuore sorge il desiderio, l’amore, l’amicizia. Mai l’altro è un rivale, ma un dono per arricchirsi, qualcosa di prezioso da custodire. Pur di stare insieme a lui siamo disposti a non avere altri vantaggi, ad occupare anche uno scampolo di sedia, perché non ci importa l’onore che riceviamo ma la compagnia dell’altro. Lo sa bene chi è innamorato, i genitori che non vedono i figli da tanto tempo, o chi ha perduto un amico prezioso: vederlo anche solo qualche minuto vale più di tutto. Da questa posizione si può aprire il cuore alla parola che Dio dice, perché non sorge l’orgoglio a chiuderci le orecchie: si ascolta e così si possono riconoscere le opere di Dio che solo la sua Parola ci può far vedere (per questo il libro del Siracide ci dice che l’umile glorifica Dio, perché solo l’umile ascolta la Parola che insegna a riconoscere la logica di Dio in azione).
Chi è in questa posizione si prepara ad una grande festa. Non per niente Gesù usa l’immagine del banchetto per parlare del Regno: un’adunanza festosa che vede raccolti intorno al Signore i suoi primogeniti (come leggiamo nel brano della lettera agli Ebrei). Questa è la festa di chi ha saputo scegliere la posizione migliore per guardare gli altri e il mondo, una posizione nella quale avremo la gioia di vederlo venire fino a noi e sentirlo dire: Amico vieni più avanti…e noi andremo, ma solo dopo esserci assicurati che questo non ci faccia lasciare indietro nessuno.
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