Epifania del Signore

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01 - Gen - 2020
Epifania p. M. Rupnik

Epifania p. M.Rupnik

Epifania del Signore

(Is 60,1-6   Sal 71   Ef 3,2-3.5-6   Mt 2,1-12)

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

“Alza gli occhi e guarda: tutti costoro vengono a te!”. Nella lettura del profeta Isaia (e nel salmo che proclamiamo subito dopo) l’invasione dei popoli è vista come la gloria di Israele: gli stranieri la contemplano, si mettono in viaggio e invadono il paese, portando con sé le ricchezze che possiedono. Questa parola sembra paradossale nel nostro tempo in cui gli stranieri sono il nemico da tenere lontano e la loro invasione viene temuta come se il loro arrivo potesse distruggerci. Ma Dio ci annuncia come una buona notizia proprio l’invasione degli stranieri, che ci fanno toccare con mano come il nostro stile di vita impoverisca e affami altri, distruggendo le risorse e l’ambiente. Questi fratelli e queste sorelle fanno un viaggio disperato, fra violenze e fame, per portarci un annuncio che può salvarci la vita: il mondo non è la vetrina luccicante di Natale, dobbiamo operare giustizia e pace e custodire la vita se non vogliamo morire tutti.

Similmente accade nel misterioso incontro fra i magi e Gesù. Essi sono ignari delle promesse fatte ad Israele e, seguendo i loro schemi, finiscono da colui che non avrebbero mai dovuto consultare: Erode. Eppure la stella – i propri desideri? o semplicemente gli strumenti culturali che avevano a disposizione? – li guida da Gesù. Contemplano un re nel quale, pur essendo stranieri e ignari, possono sperare. Gesù (e sua madre) è ignaro di ciò che gli accade intorno. Magari il luccichio dell’abito avrà attratto lo sguardo del bambino o avrà avuto paura davanti ai volti barbuti, subito rassicurato dal tono acuto della voce materna, ma certo il piccolo Gesù è ignaro che questa visita segni una svolta nella storia.
Il Signore, da adulto, dovrà scoprire ciò che i magi già sapevano: non era venuto a benedire solo il suo popolo, ma tutti. Gli stranieri lo intuiscono – guidati dal Padre e dal misterioso agire dello Spirito – prima ancora che Gesù possa comprenderlo: vanno ad onorare colui che di due popoli ne farà uno solo, perché – come leggiamo nella lettera agli Efesini – le genti sono chiamate a condividere la stessa eredità e a formare lo stesso corpo con Israele, cioè: tutti i popoli sono chiamati a condividere un’unica vita e ad essere un’unica famiglia.
Solo Dio può compiere questo: nessuno è più nemico o straniero, ma tutti sono uno in Cristo, perché Dio ha preso la carne umana, la carne di ciascuna e ciascuno di noi.
Da qui sgorga l’impegno per la giustizia, perché tutti vivano. Ora infatti sappiamo e sentiamo che se si muore in un altro luogo è come se si morisse qui e se non mangiano i figli degli altri è come se non mangiassero i nostri. Solo questo sguardo, che ci fa riconoscere membra gli uni degli altri, porta una vera pace e salva il mondo dalle molte distruzioni che lo minacciano.
Gesù nasce portando con sé questa novità che abbatte ogni muro. I primi che se ne accorgono sono gli stranieri, ignari di lui e delle promesse fatte su di lui, che si mettono in viaggio inseguendo le stelle dei loro bisogni e finiscono per starci davanti come annunciatori di una buona notizia, perché davanti a loro noi siamo costretti a fare memoria che è nato un bambino nel quale tutti siamo fratelli e sorelle, un bambino che ci ha reso una sola famiglia e seguendo il quale non avremo pace fino a che tutti mangeranno e saranno al sicuro.
Vivendo così onoreremo Dio: prendiamo allora dalle mani degli stranieri (che ci avvisano di ciò che Dio vuole facendoci accorgere della realtà del mondo) l’incenso, cioè la possibilità di fare della nostra vita un’offerta a lui costruendo un mondo ospitale per tutti.
…Lo Spirito Santo porta l’esperienza delle fede dalla mente al cuoredall’orecchio alle mani
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