IV Domenica di Quaresima (A)
(1Sam 16,1.4.6-7.10-13 Sal 22 Ef 5,8-14 Gv 9,1-41)
Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa
L’anno A propone durante la quaresima le grandi catechesi battesimali del Vangelo di Giovanni, perché la quaresima è il tempo in cui i catecumeni si preparavano (e si preparano) a rinascere nel battesimo, celebrato a Pasqua. In questo momento, in cui non possiamo celebrare, la chiesa intera torna ad essere catecumena, ovvero celebra la liturgia della Parola, prega e poi si ferma, impossibilitata a celebrare il rito eucaristico (i catecumeni non possono assistere all’eucaristia né parteciparvi, quindi escono prima della liturgia eucaristica). Prendiamo allora questo tempo come un’occasione: riscopriamo il nostro battesimo, la nostra appartenenza a Dio, lasciamo che la sua Parola ci guidi e ci trasformi. Lasciamoci aprire gli occhi sul mondo, sulla chiesa e su di noi.
Siamo in una valle oscura (come la vita appare fin troppo spesso), ma non temiamo alcun male e non manchiamo di nulla, perché il Signore è con noi. La fede ci apre gli occhi e così ci fa sperare e rallegrare di fronte ad ogni avversità e se qualcuno ci dovesse chiedere perché speriamo in un uomo vissuto duemila anni fa e di fronte ad una chiesa a volte così affaticata e deludente (come noi siamo), dovremo solo rispondere: una cosa sola io so, prima ero cieco, ora ci vedo. Vedo che Dio apre gli occhi ai ciechi, preludio della vittoria pasquale sulla morte.
…Lo Spirito Santo porta l’esperienza delle fede dalla mente al cuore, dall’orecchio alle mani…