Nella festa del Corpus Domini siamo abituati a concentrarci sul pane eucaristico, quasi come fosse un oggetto in cui Dio entra facendolo diventare speciale (con una idea che non è troppo lontana da quella del talismano)…una specie di porta aperta sul sacro che ci permetta di toccare Dio perché ci faccia del bene.
Le letture che proclamiamo in questa domenica ci chiedono un altro sguardo. La prima lettura ci parla di pane e vino offerti da Abramo ad un misterioso sacerdote, Melchisedek; la seconda lettura ci spiega che il gesto eucaristico che facciamo ad ogni messa è una memoria di quello fatto dal Signore, cioè della sua morte per noi. Per spiegare il significato della propria morte Gesù stesso nella sua ultima cena aveva scelto il gesto dello spezzare il pane e di condividere il vino, un gesto che poi i discepoli avrebbero dovuto ripetere per fare memoria di lui, ma il spezzare il pane e bere il vino sono solo l’inizio e il riposo a cui tornare, perché poi è nel dare se stessi ogni giorno che si fa memoria della morte del Signore. Il Vangelo, infine, ci ricorda uno dei racconti della moltiplicazione dei pani.
Come stanno insieme queste letture? Come ci aiutano a comprendere questa festa? Ci ricordano anzitutto che il Corpo di Cristo non sta in un una cosa, cioè nel pane, come fosse un oggetto a sé, ma il Corpo di Cristo si può vedere e toccare in un gesto che la chiesa fa quando si raduna per condividere il pane facendo memoria di Gesù, cioè facendo quello che ha fatto lui: offrire se stessi (un gesto sacerdotale che richiama la prima lettura sul misterioso Melchisedek) perché tutti possano avere la vita, perché ciascuno cioè, mettendo tutti insieme quel che abbiamo, possa essere sfamato.
Non festeggiamo un rito sacro che ci garantisce un po’ di aiuto divino legato ad un pezzo di pane, ma un memoriale, capace di rendere presente il Risorto perché lo Spirito (che invochiamo solennemente non solo sul pane ma anche sul popolo radunato) ci fa ripetere i gesti di lui: radunarsi, benedire Dio, condividere il pane e il vino (cioè tutto), offrire se stessi fino alla morte perché altri vivano. Da qui una vita abbondante, per noi e per tutti: avanzarono infatti ben 12 ceste dopo che tutti erano già sazi.
Spirito Santo M.I.Rupnik
…Lo Spirito Santo porta l’esperienza delle fede dalla mente al cuore, dall’orecchio alle mani…
Domenica del Corpus Domini
Commento della nostra parrocchiana Simona Segoloni Ruta – Teologa