29 - Giu - 2019
…Lo Spirito Santo porta l’esperienza delle fede dalla mente al cuore, dall’orecchio alle mani…
XIII Domenica del Tempo Ordinario
Commento della nostra parrocchiana Simona Segoloni Ruta – Teologa
Il Vangelo di Luca è segnato in modo netto dalla decisione di Gesù di andare a Gerusalemme. Dal momento in cui Gesù decide di fare questo viaggio infatti, il racconto viene ambientato tutto sulla strada, che diventa una lunghissima immagine della vita credente: essere cristiani è camminare con Gesù verso la sua Pasqua. Lungo il cammino, quello raccontato dal Vangelo e il nostro, si fanno incontri, si dicono parole, accadono eventi. Un addestramento per poter arrivare anche noi a consegnare la nostra vita per amore, come ha fatto Gesù alla fine del proprio cammino.
Per poter fare questo Gesù ci invita a staccarsi da ciò che ci fa sentire al sicuro: il padre da seppellire, come i cari da salutare rappresentano le sicurezze e le relazioni che ci danno identità. Il discepolo deve ricevere la propria identità dalla relazione con Cristo, quindi tutto ciò che sentiamo di essere va rivisitato. Accade come quando ci si innamora: tutto ciò che viviamo cambia significato, ordine di importanza, modalità. Siamo sempre noi stessi, ma il nostro mondo viene riorganizzato. Allo stesso modo Gesù non ci invita ad una disumana dimenticanza di chi amiamo, ma ad accettare che tutta la nostra vita, comprese le relazioni fondamentali, i mezzi di sussistenza, la salute, il lavoro, il ruolo ecclesiale, tutto, prenda senso solo dal nostro seguire Gesù.
Tutto ciò che siamo e facciamo, come anche la nostra storia, viene posto sotto una nuova luce, l’amore del Padre, che diventa l’unico luogo in cui posare il capo e l’unico riferimento per ogni nostro bene e ogni nostro amore.
Accade a ciascun credente quanto successo ad Eliseo: mentre facciamo la nostra vita (Eliseo è in casa sua, fra i suoi familiari e fa il suo lavoro) l’incontro con il Dio vivo ci trasforma. Non tutti cambiamo attività o casa o relazioni, come accade al profeta, ma tutti cambiamo vita, perché la fede trasfigura tutto di noi, rendendoci, qualunque cosa facciamo, una profezia vivente. Magari resta tutto uguale ma niente lo è più, come quando ci si innamora, come quando nascono i figli.
Unica legge di questo cammino, che significa tutto di noi, è l’amore del prossimo, perché si può andare dietro a Gesù solo facendo come lui, amando, guarendo, beneficando, chinandosi cioè sul bene di chi ci è posto di fronte e accanto, pronti a tutto purché viva, anche ad andare decisamente verso Gerusalemme.